Extra Dimensions | Marco Andrighetto | Gino Blanc | Joys


La prima tripla personale di Spazio V giunto alla sua terza inaugurazione dopo l’opening di apertura della scorsa stagione. La mostra – a cura di Veronica Voltolina, direttore artistico di Spazio V – raccoglie i lavori di Marco Andrighetto, Gino Blanc e Joys Cristian Bovo, ed è costituita da una decina di opere tra pittura, scultura e interventi site-specific. I tre artisti, nel pieno della loro carriera rappresentano, per la prima volta riuniti, una panoramica sull’arte del nostro territorio. Il progetto espositivo si pone d’investigare il complesso ambito della pratica artistica in relazione alla scelta dei mezzi e delle modalità espressive. 

La ricerca converge inequivocabilmente nel tendere ma mai raggiungere una piena dimensione astratta. Il titolo della collettiva si rifà al paradigma astrofisico delle Dimensioni extra, la cui esistenza è stata recentemente ipotizzata dagli scienziati del CERN. Si tratta di dimensioni nascoste ancora impercettibili ma che esisterebbero oltre alla quarta dimensione spaziotempo. Dal recupero di frammenti, scarti, esperimenti e rielaborazione di parti, l’artista come lo scienziato giunge alla scoperta di dimensioni nascoste, autonome, sottratte alla vista. 


I diversi processi creativi che permettono di operare questa ricerca e riportare alla luce extra dimensioni, generano e definiscono spazi interstiziali, rifrazioni, fenditure, attraverso le quali si rideterminano i ruoli degli strumenti del vedere e del pensare. 
Extra Dimensions si pone di mostrare l’esperienza dell’arte da punti di vista diversi che hanno in comune la pratica dell’osservare, declinata negli infiniti modi di cercare, di mettere a fuoco, di guardare… e ciò che si cerca guardando è la verità delle cose in relazione alla propria identità, uno sguardo bi-fronte contemporaneamente volto all'esterno e all'interno, che da sempre l’artista quale ricercatore di senso impiega svelando nuove, straordinarie dimensioni. 

Attraverso una pittura a tinte piatte Joys conia un suo personale lettering che come un codice binario in/out utilizza con infinite declinazioni alfanumeriche e scansioni ritmiche. Guarda, osserva e infine riproduce attraverso un affilatissimo alfabeto la sua esperienza del e nel mondo. Un gioco su più livelli di finzione-realtà, bidimensionalità-tridimensionalità.






Andrighetto, cerca, preleva e infine spoglia la realtà arrivando a svelarne l’anima sottile. Strato dopo strato si compie, a tratti gioiosa a tratti drammatica, una ricerca formale/informale di giochi mimetici. La sua è un’attenta circospezione a lungo meditata, a partire dall'osservazione della natura nelle sue infinite mimesi esposte all'azione del “caso”, verso il quale Andrighetto si pone in assetto di sfida, creando relazioni sinergiche natura-cultura. 

La ricerca di Blanc, a tratti autoreferenziale, segue ritmi progressivi. Egli osserva la realtà perseguendo una sua segreta missione celata con provocatoria ironia sotto rassicuranti quanto provvisorie superfici di senso. Anche per Blanc sono importanti certe pause che egli declina più come “silenzi” che come assenza d’azione. 


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